Matteo Negri. Ho mangiato un'idea - Comunicato stampa

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Matteo Negri. Ho mangiato un'idea

20 novembre 2021 - 15 gennaio 2022

Matteo Negri. Ho mangiato un'idea

Matteo Negri
Ho mangiato un’idea

A cura di Alberto Fiz

20.11.’21 / 15.01.’22
Opening 20.11.’21 - H.16

ArteA Gallery, Milano


Sabato 20 novembre alle 16.00 la Galleria ArteA Gallery di Milano presenta: “Ho mangiato un’idea”, la personale di Matteo Negri, a cura di Alberto Fiz, che propone un progetto inedito con una serie di nuovi lavori realizzati per l’occasione. 

L’artista reinterpreta un classico stilema del suo lavoro del passato, ovvero la ricerca intorno al Lego e alle sue infinite combinazioni, attraverso una nuova formulazione che s’inserisce all’interno della vasta progettualità realizzata negli ultimi anni con l’utilizzo dei materiali specchianti. Questa volta, al centro della sua ricerca c’è l’oro purissimo a 24 carati, simbolo alchemico per eccellenza che è stato spesso al centro del dibattito artistico contemporaneo, da Yves Klein a James Lee Byars. Anche il prezzo della celebre  scatoletta di Merda d’artista di Piero Manzoni aveva un prezzo equivalente al peso di 30 grammi d’oro.  
Matteo Negri realizza la propria provocazione sul piano estetico esaltando il potere cangiante e lucente dell’opera che si riflette nello sguardo dello spettatore, complice involontario dell’artista. In questo gioco di specchi l’opera-gioiello proposta da Negri assume un’infinità di combinazioni e ciascun tassello del Lego diventa parte di un rinnovato codice astratto tridimensionale dove il colore si nasconde tra i mattoncini e può essere colto solo accostandosi di lato.

“Matteo Negri, ribaltando il celebre testo di Giorgio Gaber, ha mangiato un’idea e così ha fatto la sua rivoluzione”, spiega Alberto Fiz. “L’uso dell’oro è di per sé una provocazione e diventa lo specchio ironico di una società opulenta. L’artista, tuttavia, non si lascia sedurre dall’apparenza e utilizza la lega preziosa per inventare nuove soluzioni, in bilico tra minimalismo e Jeff Koons”. 
L’artista, che negli ultimi anni si è dedicato alla sperimentazione delle pellicole specchianti e cangianti, ha l’obiettivo di ottenere risultati simili anche con queste giocose architetture focalizzando l’attenzione sullo spazio che si riflette sulle superfici. 
La mostra è corredata da un catalogo bilingue edito in occasione dell’esposizione con un testo di Alberto Fiz.

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